ECONOMIA &LAVORO

 
 
 
Lezioni per il futuro
 
HOME DEL DOSSIER
19 Giugno
18 Giugno
17 Giugno
16 Giugno
14 Giugno
13 Giugno
12 Giugno
TUTTI GLI INTERVENTI

«Pianificazione», parola di Giddens

di Leonardo Maisano

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
12 giugno 2009

Torna il pensiero lungo. La crisi del credito corre incontro a quella ambientale e segna la fine del pensiero corto che ha dominato l'ultimo trentennio sotto le spinte del riformismo radicale thatcheriano e reaganiano. L'incrociarsi del credit crunch con l'emergenza climatica finirà per accelerare una presa di coscienza collettiva che ancora manca. È una speranza quella di Anthony Giddens, distratto dalla Terza Via e concentrato sull'unica via che immagina dispiegarsi davanti all'umanità, quella della lotta contro il cambiamento del clima.
Il sociologo settantunenne, ex direttore della London School of Economics e oggi Pari del Regno, che ha scandito - con la Terza Via appunto - le linee guida del socialismo riformato adottato da Tony Blair, si dedica ora a mettere ordine nelle priorità che affollano la mente umana. Il paradosso di Giddens, che lui stesso illustra in questa chiacchierata e che analizza nel suo ultimo libro (The politics of climate change, Polity books), significa che la vera lezione per il futuro è trasformare quello che oggi è un retropensiero - la crisi climatica - nel pensiero dominante, senza attendere che sia troppo tardi.

È così ?
Sì, ma procediamo per gradi. Lezioni per il futuro, mi domanda. Bene, la priorità è tornare a politiche di lungo respiro per liberarsi dai retaggi della deregulation che poneva l'accento sui problemi da risolvere con una prospettiva a breve. Pensi a come sono state fatte le privatizzazioni in molti paesi. Hanno semplicemente spremuto quello che c'era da spremere senza fare investimenti a lungo termine, neppure dov'era indispensabile come nel settore energetico. Ora è necessario tornare alla pianificazione.

Una parola pericolosa in politica economica. In distonia netta con il New labour che lei ispirò a Tony Blair...
La Terza Via aveva un sottotitolo: il rinnovo della socialdemocrazia. Un concetto valido oggi come allora. Il New Labour si è ispirato ad esso e, come sempre in politica, ha anche compiuto errori determinati spesso dalle circostanze. Quando parlo di pianificazione, comunque, non mi riferisco al piano degli anni 60, ma mi appello all'elaborazione più sofisticata del concetto. In politica ambientale dobbiamo anticipare il prossimo ventennio, ma ora dobbiamo fare lo stesso nella più ampia accezione economico-finanziaria: in entrambi i casi si apre lo spazio per il ritorno della mano pubblica. L'uscita dalla recessione lo impone con maggior decisione. L'investimento in tecnologie moderne rappresenta il 18% dello stimolo fiscale di Obama, in Corea del Sud addirittura il 75 per cento. Il ruolo dello stato si afferma, dunque, ma questo non significa affatto stilare rigide previsioni per il futuro con scadenze pluriennali dominate dalla volontà del governo. Significa, certo, la fine della deregulation thatcheriana.

Anche lei si allinea con chi vede nel riformismo neoliberista degli anni 80 le origini di questa crisi e s'arruola con i fautori di politiche keynesiane?
Credo che all'origine della crisi ci siano anche le scelte thatcheriane e sono convinto che quell'epoca sia finita, ma non penso che Keynes possa convivere con il livello di globalizzazione raggiunto. Comincia un'era che va oltre queste categorizzazioni. Cambia un'epoca, ma non sappiamo in quale epoca stiamo entrando. Per questo si pone l'urgenza di un enorme sforzo di pensiero, sociologico, economico, politico. Pensiero laterale intendo, ad altissimo tasso di creatività. E manciate di utopia. Un processo che ci vedrà impegnati in proiezioni teoriche molto avanzate, seguite da un ritorno alla realtà odierna e a molte successive discussioni per decidere come arrivare dal presente a un obiettivo futuro. Sarà un'impresa faticosa immaginare il nuovo volto di un capitalismo responsabile. Intendo, ad esempio, un capitalismo che non misuri lo sviluppo solo in termini di Pil. Nelle società avanzate la crescita del Pil non si declina sempre con il welfare. Spesso va nella direzione opposta.

Il suo collega ai Lords ed ex cancelliere di Margaret Thatcher, Nigel Lawson, autore di An appeal to reason. A cool look at global warming, considera il discettare climatico una sostanziale invenzione... Antitesi totale?
Certo. La capacità di penetrazione degli scettici sulla pubblica opinione è enorme. L'1% degli scienziati non crede ai cambiamenti climatici, ma il 40% della popolazione è convinta che sia un tema che davvero divide la comunità scientifica.

C'è una giustificata tendenza alla rimozione. I temi climatici appaiono ai più incomprensibili e catastrofisti. È come se Martin Luther King avesse iniziato il suo più celebre discorso dicendo «Ho un incubo» invece di «un sogno», lo dice lei stesso...
Questo è quello che considero il "paradosso di Giddens" ed è il problema centrale del dibattito climatico. Per gli intellettuali è una sfida aperta. La crisi del credito è diventata tema di discussione in famiglia perché la bolla immobiliare tocca il portafoglio. Il cambiamento climatico, invece, è un tema politico che non ha precedenti nella storia perché narra di rischi astratti e futuri. Il cittadino comune ha difficoltà a stabilire una relazione fra questi scenari e l'urgenza della quotidianità e, così, il clima resta in fondo ai suoi pensieri. Diventerà una priorità solo quando il disastro sarà imminente. Un paradosso, appunto. La frase di Martin Luther King è esplicativa dell'approccio positivo che va dato al cambiamento ambientale. Ci vuole una visione forte della società prossima ventura, basata su quel capitalismo responsabile e pianificato di cui ho detto.

  CONTINUA ...»

12 giugno 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-